Sono stati necessari quattro anni per trovare alle famiglie alloggiate presso i MAP di Novi e Rovereto una soluzione abitativa alternativa e dal primo marzo l’area sarà pronta per le procedure di sgombero delle strutture.
Due sono stati gli strumenti di questo traguardo raggiunto: l’avanzamento del processo di ricostruzione privata, che sta progressivamente riconsegnando a diversi cittadini la propria casa, nonché il grande lavoro dell’Ufficio Rientro in Abitazione che, in questi ultimi due anni, ha intensificato i propri interventi a favore dei nuclei familiari con particolari problematiche, grazie anche al sostegno economico fornito dai fondi messi a disposizione dalla Regione Emilia Romagna.
I percorsi messi in atto per arrivare a questo graduale svuotamento dei MAP sono passati per diverse alternative: il rientro per ricostruzione dell’abitazione, l’entrata negli alloggi ERP o l’accettazione di altre forme di assistenza (Locazione Temporanea, Contributo Canone Locazione o Contributo Disagio Abitativo).
I MAP allestiti dopo il sisma del 2012 erano 125 ed ospitavano 122 nuclei familiari divisi tra Novi e Rovereto per un totale di 396 persone. Le tre strutture rimanenti sono state utilizzate da gruppi di Alpini e Vigili del Fuoco. Le prime operazioni di smontaggio sono partite nel novembre del 2015 ed hanno riguardato 40 strutture. Le restanti saranno sgomberate dal mese di marzo ed i lavori saranno svolti dalla ditta FAE di Terni.
“Il raggiungimento di questo importante traguardo non era scontato ne’ tanto meno di semplice realizzazione e la richiesta della regione Emilia Romagna di liberare tali strutture entro il 31 dicembre 2016, poi prorogata al 28 febbraio 2017, ci ha spinto ad intensificare gli sforzi in tal senso” spiega il Sindaco Luisa Turci “I MAP e le persone che vi alloggiavano, soprattutto in questi ultimi anni, erano diventati il simbolo di una ferita che sembrava non potesse rimarginarsi, l’immagine di una comunità che ancora portava i segni di una catastrofe tanto imprevedibile quanto di enorme portata. Con il rientro all’interno dei relativi percorsi abitativi anche degli ultimi nuclei familiari possiamo mettere la parola fine su questo capitolo, ben consapevoli che la strada da fare è ancora tanta ma, allo stesso tempo, che con impegno e professionalità nessuna meta è troppo lontana”.