E’ andato al restauratore novese Nicola Salvioli il prestigioso premio “Leonardo Da Vinci International Prize”, promosso dal Rotary Club di Firenze per sostenere giovani talenti nelle arti e nella scienza.
Nicola si è diplomato all’Istituto Artistico “Giulio Romano” di Mantova e nel 1997 si è trasferito a Firenze per frequentare la Scuola di Alta Formazione dell’Opificio delle Pietre Dure, presso cui si è diplomato nel settore “Bronzi e armi antiche” col massimo dei voti nel dicembre 2003. Successivamente ha preso parte al restauro di famose opere d’arte tra cui il “Cristo” ed i rilievi bronzei del Giambologna nella Basilica della Ss. Annunziata di Firenze ed alle fasi conclusive della Porta del Paradiso di Ghiberti, dal Battistero di Firenze.
Da quando il Premio Leonardo Da Vinci è stato istituito, i Rotary Club organizzatori, hanno sempre premiato chi si è distinto nelle discipline affrontate da Leonardo. Quest’anno hanno scelto il restauro per valorizzare le capacità italiane nel settore della conservazione e dell'arte; hanno perciò chiesto all'Opificio tre nominativi, scelti attraverso un sondaggio tra i funzionari storici dell'arte, restauratori e tecnici scientifici. Questi tre nomi sono stati successivamente sottoposti ai direttori dei Musei Comunali e Statali di Firenze.
Il professionista scelto è stato appunto Nicola Salvioli, la premiazione è stata fatta nel “Salone dei Cinquecento” in palazzo Vecchio ed ha visto il vincitore del premio dilettarsi in una lectio-magistralis in inglese per la commissione e per tutti gli invitati tra cui erano presenti, oltre ai 145 delegati dei nove Rotary Club Europei partecipanti, Paolo Blasi già Rettore dell’Università di Firenze, Cristina Acidini Soprintendente del Polo Museale Fiorentino, Marco Ciatti Direttore dell’Opificio delle Pietre Dure, Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Comunale di Firenze e Renzo Capitani – Presidente Rotare Club di Firenze. “Ricevere il Premio è certamente un piacere” afferma Nicola “ma la gratificazione maggiore è quella del riconoscimento del mio lavoro dal settore del restauro e dall’ambiente museale fiorentino, tra i più avanzati al mondo.”
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